Iconografia degli evangelisti e analogia con la simbologia astrologica. Riferimenti nel territorio abruzzese.
A cura di: Antonio Leone
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Capitolo 4 (II parte)

L'esempio astrologico di S. Miniato al Monte, a Firenze

L'itinerario simbolico percorso ha così concretizzato l'aspetto spirituale del rapporto microcosmo-osservatore e macrocosmo-sole, guidato e governato dal Cristo il quale nel catino absidale attesta la propria sovranità universale con l'omaggio annuale che il sole rende con la propria luce: l'osservatore-credente, che poggia letteralmente i piedi sul sole centrale dello zodiaco pavimentale, viene guidato dai pesci-Cristo nel suo elevarsi spiritualmente fino al mosaico in cui troneggia lo stesso Cristo, di cui il segno dei pesci ora è solo una parte (piedi) del suo "corpo universale". Abbiamo così il Cristo nella sua duplice veste di guida e meta spirituale. Dalla dimensione celeste, puntualizzata dal gioco annuale della luce solare, torniamo al cospetto dell'altra realtà di Cristo: l'incarnazione e il sacrificio.

Questi valori vengono tradotti tramite la risonanza tra i simboli degli evangelisti del mosaico absidale e gli stessi scolpiti sul pulpito, a destra; in particolare, i rilievi presentano l'aquila-leggio che poggia sulla figura umana, la quale poggia a sua volta sul corpo del leone: è assente il toro di Luca.

Affidandoci alla simbologia anatomica del toro astrologico, che governa la parte della gola e dei suoi organi, comprendiamo come lo stesso appaia nel momento in cui il sacerdote officia con la parola dallo stesso pulpito. Si assiste in questo modo alla concretizzazione del simbolo-toro grazie all'analogia con la voce umana che, nel rito quotidiano, dà vita al Verbo divino.

Ora è la dimensione terrena di Cristo che viene celebrata: con il ritmo giornaliero (astronomicamente legato alla rotazione terrestre), con il tradizionale simbolo sacrificale del toro, e con l'elemento terra dello stesso segno.

Anche altre chiese presentano la particolarità del toro mancante, ma una sua immagine è comunque presente nel pulpito anche se nascosto. In questo caso non esiste immagine nascosta del toro. Colpisce invece la inclinazione della testa del leone che, a differenza delle altre due figure soprastanti con lo sguardo frontale, presenta lo sguardo in direzione dello zodiaco pavimentale della navata centrale (se posizionati su esso e si osserva il leone, si scorge il suo sguardo diretto). Presemibilmente abbiamo l'indicazione di dove trovare il toro nascosto del pulpito: nello zodiaco pavimentale. E' altrettanto presumibile che l'immagine del toro abbia una collocazione significativa in relazione al fatto che si è giunti al compimento della fase terrena della incarnazione, e necessita del "sigilllo" astronomico del ciclo giornaliero.

Riproduzione grafica dei simboli in rilievo del pulpito

Si ottiene la conferma osservando l'orientamento della chiesa, la quale, scostandosi dalle norme tradizionali che recitano l'abside posizionata ad est, presenta la stessa quasi in direzione sud.

Riproduzione grafica dell'orientamento della chiesa
e tarsia del toro in relazione al sole nascente, ad est.

Ciò permette, infatti, leffetto luce sul piede di Cristo al tramonto, altrimenti impossibile a verificarsi, ed il fenomeno quotidiano che coinvolge il toro della navata: al sorgere del sole infatti, lo spazio zodiacale del toro pavimentale viene interessato direttamente dalla sua luce. Il ciclo del giorno viene così ritmato dal segno taurino, opportunamente orientato ad est.

In conclusione, il sole, eco di Cristo, compie il suo ciclo apparente ai ritmi visualizzati dai simboli cristiano-astrologici del toro e dei pesci. Per permettere questo, gli orientamenti della chiesa e dello zodiaco sono stati opportunamente valutati e inseriti nel complesso sistema di collegamenti simbolici. Scopo basilare è il rendere omaggio alla visione dello stretto rapporto tra l'uomo, l'universo e la fede; ritualizzare la antica corrispondenza significativa tra microcosmo e macrocosmo che, tradotta nella visione cristiana, viene realizzata tramite la presenza spirituale di Cristo.


Theorèin - Marzo 2005